VADEMECUM DELL'UDINESE NELLE COPPE EUROPEE
di Enos Mantoani
Questo libro vuole essere un tributo alla storia europea dell’Udinese, sapendo che è una storia che inorgoglisce i friulani nel mondo. Non si ricorderà mai a sufficienza la partecipazione di un’intera popolazione alla festa di Udinese-Ajax, o di Barcellona-Udinese, oppure di Bayern Leverkusen-Udinese: allo stadio Friuli o in trasferta, in piazza Primo Maggio, oppure incollati alla tv da casa. Poco importa se alcune di queste partite siano poi state delle sconfitte: quelle fanno parte della vita, come le vittorie. Quello che importa è l’attaccamento dei tifosi ad alcune notti già mitiche e la partecipazione sempre festosa e amichevole. Certo, il tifoso friulano ha anche difetti, spesso mette le mani avanti, alle volte è troppo critico, non sempre apprezza ciò che di buono viene fatto. Ma lo fa perché ci tiene molto, e preferisce non dare a vedere la sua delusione, magari commentando: “Lu savevi jo, lu vevi dite jo!” (Io lo sapevo, già l’avevo detto). Non badategli, continuerà sempre a tifare Udinese, anche in serie C, e a scendere in piazza per avere Zico minacciando, non si sa quanto seriamente, di unirsi all’Austria; oppure di riversare sulla squadra l’attaccamento alla terra debilitata dal terremoto e farne così ancora di più un simbolo.
Ora i tempi sono cambiati e nella compagine udinese, come nelle altre italiane, sono tantissimi i giocatori stranieri. Non ci sono più le formazioni fatte quasi solo da friulani o, tuttalpiù, di triveneti. Udine è al momento una città tranquilla che accoglie i giocatori stranieri e li fa crescere e li prepara per palcoscenici più avvezzi al calcio internazionale. Forse ci sarà un po’ di nostalgia a leggere nomi del passato, bandiere della Regione come Dino Zoff, Massimo Giacomini, Del Neri, Orlando, e tutti gli altri cognomi locali; oppure ritornano i ricordi di chi ha vissuto gli anni Novanta, quelli del definitivo salto di qualità, o i recenti nomi che hanno fatto la storia e le fortune dell’Udinese come società all’avanguardia. Qualcuno poi noterà qualche assenza illustre: uno su tutti, Zico, che non ha mai giocato in coppe europee con la maglia bianconera, ma che è stato lo straniero più osannato e amato. Eppure non è il primo della serie: basti a pensare a “Raggio di luna” Selmosson, o a Luis Pentrelli, lui sì il primo della serie.
Non pensiamo che la lettura dei tabellini sia arida: leggere le formazioni, i luoghi (il mitico stadio Moretti) e gli anni, fa ricordare a chi c’era mai assopite emozioni, e a chi non c’era porta l’eco di antiche battaglie dello sport più misterioso e amato al mondo, oltre all’orgoglio di una delle più vecchie società di calcio d’Italia.