
STORIE CONTROVENTO ... di maledetti, sventurati e sognatori del mondo dello Sport.
di REMO GANDOLFI
Si può essere obiettivi scrivendo del libro di un amico che si conosce da quando ancora non si sapeva camminare, figurarsi tenere una penna in mano?Ci si prova ma è difficile. E’ anche più complicato se con l’autore si ha in comune una malattia dalla quale non si può guarire: la passione per lo sport.
Alla passione Remo Gandolfi abbina una conoscenza da recordman. E’ una sorta di enciclopedia viaggiante, con una memoria prodigiosa che gli consente di possedere un database gigantesco, dal quale attinge risultati, ordini d’arrivo, formazioni ma anche storie, aneddoti, curiosità. Infanzia difficile quella di Remo: con il padre segnato da un ictus e impossibilitato a lavorare e mamma Maria casalinga, di soldi in casa ne giravano molto pochi. Lo sport era l’unica valvola di sfogo che poteva permettersi. Il sogno di proseguire gli studi dopo il Diploma e di iscriversi a Scienze Politiche fu riposto nel cassetto per ovvi motivi di forza maggiore. Quando la tranquillità economica e la serenità trovata con la bellissima famiglia che ha creato glielo hanno permesso, ha consumato la sua “vendetta”. A quel punto è scattata la molla: ha coltivato l’ispirazione e ha cominciato a fare quello che aveva sempre sognato di fare: scrivere. Remo ha sempre preferito andare nella direzione opposta a quella scelta dalla massa di appassionati e tifosi: mai tifato per i “campioni”. Sempre per gli outsiders ... o i cosiddetti “perdenti”.
Qui, come in altre sue pubblicazioni, racconta di atleti che, ad un certo punto della loro carriera, sono stati presi di mira dalla sfortuna e che per questo vengono considerati (ingiustamente) “perdenti”. Potenziali campioni che, per i motivi più vari, non hanno avuto la possibilità di dimostrare appieno il loro valore. C’è un motivo in più per augurare grande successo a questo libro, al di là dell’amicizia di antica data.E’ il fine benefico che Remo ha scelto, a favore dell’ANMIC, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili di Parma.Un anno fa, quando Remo stava combattendo una battaglia non proprio facile contro un avversario insidioso come un tumore, fece un fioretto: «Se ci salto fuori, do’ una mano a chi sta peggio di me». Il pensiero andò subito al papà Gualando e ai lunghi e difficili anni convissuti con l’invalidità. Da quel pensiero alla scelta dell’ANMIC il passo fu molto, molto breve. Il cerchio si chiude, con un velo di commozione. Sembra di rivederli, lui e il papà, seduti davanti al televisore in bianco e nero, trepidanti per i loro campioni.
Claudio Rinaldi