PIERINO PRATI Ero Pierino la Peste
di REMO GANDOLFI
ADRIANO GALLIANI
«Ho potuto apprezzare da vicino la sua passione e dedizione nel lavoro. Non ho dimenticato il suo messaggio, che peraltro condivido: prima di essere grandi calciatori, si deve essere grandi uomini.
Pierino Prati è stato esattamente questo: un grande calciatore e un grande uomo».
RICKY ALBERTOSI
«Pur sapendo che aveva Gigi Riva davanti quando si presentava in Nazionale era sempre di buonumore e lo trasmetteva a tutti. Mai un “muso” o una polemica. Devo però aggiungere una cosa: secondo me con Riva poteva tranquillamente giocare. Riva era un mancino puro mentre Pierino era un destro naturale che calciava meravigliosamente anche di sinistro. E’ stato un peccato che non ci si abbia provato a farli coesistere».
JOSE’ ALTAFINI
«Un grande bomber. Veloce, scaltro, coraggioso e in acrobazia un vero portento! A livello umano sempre disponibile, educato, serio, gentile ... proprio una persona per bene. Infine un pensiero mio personale. Credo che con Riva avrebbe potuto perfettamente coesistere. Ho sempre pensato che i giocatori bravi devono giocare e semmai il problema è degli avversari!
Il Brasile degli anni 70 giocava con quattro mezze punte/attaccanti!»
GIANCARLO ANTOGNONI
«Quando Pierino arrivò alla Fiorentina mi emozionai davvero!
Io ero un tifoso milanista. Sono cresciuto in una casa in cui tutti erano sfegatati rossoneri e anch’io, che avevo otto anni meno di lui, esultavo per i suoi gol e le magie di Rivera. Ricordo di averglielo detto un giorno e ho ancora negli occhi la sua espressione che era un misto di sorpresa e soddisfazione».
FRANCO CORDOVA
«Io ero un suo tifoso! Non ci volevo credere quando mi dissero che sarebbe arrivato con noi alla Roma! Uno che aveva vinto tutto in carriera.
Quello che mi colpì come del resto tutti i miei compagni, fu la totale umiltà di Pierino. Mai visto atteggiarsi a personaggio, sempre sorridente, positivo.
Un grande compagnone con il quale si stava benissimo insieme.
BRUNO PIZZUL
«Con Pierino ci ha legato una bella e sincera amicizia che ricordo con grande nostalgia. Eravamo spesso compagni nel gioco di “scopa d’assi”. Mi voleva sempre come partner perché diceva che ero fortunato ... in realtà ero molto bravo! Ci piaceva giocare insieme perché ci aiutava a rimanere giovani. A bocce, tennis, ping-pong ... e a nessuno dei due piaceva perdere!»
DINO ZOFF
«Siamo stati spesso avversari e abbiamo condiviso grandi momenti con la Nazionale, su tutti la vittoria agli Europei del 1968 e i Mondiali messicani del 1970. Pierino era una persona splendida. Gentile, simpatica e sempre sorridente e positiva. Come giocatore era forte davvero! Un attaccante completo che poteva farti gol in qualsiasi modo: di potenza, in acrobazia, di destro, di sinistro e di puro e semplice opportunismo.