14. PRIMA ANTOLOGIA DI STORIE DI CALCIO
di AA.VV.
Una progressione, proprio come quella di Keith, che nel "quattordici" ha il suo principio. Una lunga e ricca collezione di aneddoti succulenti, raccontini e prosa calcistica. Narrata a braccio, senza troppi artifizi, da quattordici scrittori in erba. E proprio per questo genuina, schietta, letteratura prêt-à-porter. A dritta sulla rotta del romanticismo, orientati dalla bussola della passione, si passa con disinvoltura dalle highland scozzesi ai peggiori pub di San Pietroburgo, dalle lussureggianti distese verdi del Kent, ad un improbabile Marco Polo maitre-a-penser pallonaro. Ma anche storie di artilheros brasiliani per troppo tempo ostaggio della naftalina, le gloriose avventure di una ribelle combriccola di loggionisti della domenica, e il rumore sordo del grilletto scattato proditoriamente in un parcheggio di Medellin. Tra il serio e faceto, tra ucronia e storia, ci si lascia sedurre dall'universo dei "se e dei ma", ma anche accarezzare dai toni prosopopeici del reale. Altri, invece, preferiscono destreggiarsi nel mare magnum del privato, battere i sentieri del quotidiano, voltarsi indietro e strimpellare, penna in mano, fatti e misfatti, incresciosi o meno, del proprio passato. Quasi fossero rilassati sulla lettiga di un Freud qualsiasi, si tolgono sassolini dalle scarpe, vuotano il sacco, liberando l'armadio dai proverbiali scheletri. Rimembrano l'infanzia, puntano il dito verso presunti venduti, e riassaporano i tempi in cui le partitelle di quartiere, strade dissestate e pile di giubbotti avvoltolati a far da porta, erano ancora un must tra gli inquilini della scomoda adolescenza. Il tutto, condito dalla giusta dose di autoironia, e shakerato con la prezzemolina spolverata di esperienza: immancabili, a decorare l'opera, anche i lieti interventi di alcuni autori targati Urbone. Si pensi a Gianni Galleri, deus ex machina di London Football, diventanto ben presto cult tra gli appasionati del genere. "Quattordici" ha il pregio di non prendersi troppo sul serio. Di non darsi le arie da best seller, e di essere lo specchio fedele della fiammeggiante passione per il pallone dei propri progenitori. Dilettanti si, ma tutt'altro che allo sbaraglio.